Breve nota per Bruno Biral, AGOSTO MILLENOVECENTOQUARANTAQUATTRO

 


Breve nota per 

Bruno Biral, AGOSTO MILLENOVECENTOQUARANTAQUATTRO 


   Passeggiando un po’ a caso tra le strade e le stradine di internet, ho trovato di recente un libretto di cui non sapevo nulla e che ho potuto acquistare e acquisire al “protocollo” dell’Archivio de “il Caffè”: Bruno Biral, Agosto 1944, Cinque racconti. 

   Non conoscevo Bruno Biral né il suo valore di studioso di Leopardi, Manzoni, Guicciardini, Dostoevskji. Ma quello che mi ha attirato e sorpreso è che il libretto, stampato a Ravenna nel novembre 1944 è uscito sotto la sigla di “Lettere d’Oggi”. Per me un fatto strano,  perché dopo anni di studi, catalogazioni e ricognizioni, sappiamo che la rivista e casa editrice “Lettere d’Oggi “ ha chiuso i battenti nel ’43 a causa della guerra, per poi riaprirli per pochi numeri nel ’46 e’ 47 - le catalogazioni di  Lettere d’Oggi sono sul sito dell’Archivio, www.ilcaffeletterario.it -. 

   La cosa mi ha creato entusiasmo, ma anche sospetto: il primo perché incrociavo un libro, un nome e una storia a me sconosciuti - e che cercherò di conoscere meglio-, il secondo perché avendo una formazione filologica non credevo di avere gli strumenti per inserire al volo questa edizione nella serie di quelle uscite sotto l’insegna di “Lettere d’Oggi”. Forse non li ho tutti neppure adesso, ma sicuramente qualcuno in più e in ogni caso la storia di questo libretto è singolare, diversa da quelle degli altri libri di “Lettere d’Oggi” e - almeno per me - commovente . Ho letto i racconti - racconti di guerra, di partigiani e di eccidi, alcuni più surreali e satirici su generali e congiure- e l’ultimo, Agosto 1944, mi è piaciuto molto. 

   Il libro è stampato a Ravenna - mentre “Lettere d’Oggi” si stampava a Roma- e questa è, infatti, una storia ravennate, che nel tempo approfondiremo.  Bruno Biral era nato a Venezia nel 1913, e negli anni della guerra era insegnante di lettere in un liceo ravennate. Mio padre, che era nato a Ravenna ne 1909, si era trasferito a Roma già nel ’38 , ma durante la guerra è tornato varie volte nella sua città, dove aveva ancora la madre, la sorella - per la quale aprì una libreria in città-, la casa - che proprio nel ’44 fu bombardata-. 

  Dopo aver letto i racconti mi sono chiesta se e come si conoscessero lui e Biral, visto che in Archivio non c’è  traccia del loro rapporto. Continuavo a  dubitare. Ma alla fine,  rileggendo un diario personale di mio padre del 1944, pur non trovando nessun riferimento al libro ho trovato la traccia di un loro incontro, sufficiente -  mi è sembrato - a immaginare che in quell’anno tremendo di distruzione, di morte e di povertà, i due, più o meno coetanei, riuscissero ogni tanto a incontrarsi e parlare anche di cose letterarie, e che Biral avesse fatto leggere i suoi racconti -cinque racconti scritti nella primavera- estate di quell’anno- a mio padre e che lui avesse voluto pubblicarli, magari oltre che per il valore letterario per il sentimento strettissimo per la sua città e per le sue vittime, in mezzo allo smarrimento e all’angoscia. Una forte azione letteraria-mi pare- compiuta da due persone che passavano le giornate sotto i bombardamenti e non sapevano niente del loro futuro. 

   L’ultimo racconto, Agosto 1944 è dedicato a Mario Montanari massacrato barbaramente a Ravenna il 25 Agosto 1944. Mario Montanari - che era del 1915-, presidente dell’Azione Cattolica di Ravenna,  insegnante di lettere come Biral e come lui nel Partito d’Azione - aveva fatto della sua casa la sede della locale sezione azionista-, morì fucilato dai fascisti nell’eccidio del Ponte degli Allocchi.

   Il libretto fu stampato nel mese di novembre dalla tipografia Artigianelli di Ravenna, in 25 copie dalla A alla Z e in 80 numerate, con la riproduzione di una xilografia di Orano Campagnoni  -pittore ravennate, del 1909, insegnava all’Accademia di Belle Arti-.